ICCHA LA VOLONTA’
Si narra che un giorno un ragazzo decise di intraprendere il cammino dell’ Hatha Yoga e andò alla ricerca del suo maestro. Lo trovò in riva al fiume assorto in una beata contemplazione. Aspettò paziente che il Maestro aprisse gli occhi e poi gli domandò:
” Maestro posso diventare suo allievo? penso di avere tutte le caratteristiche necessarie” e il Maestro rispose: ” Anche la volontà ? “. L’allievo stupito e quasi offeso nel suo orgoglio rispose prontamente :” Ma certo Maestro altrimenti perchè sarei qui!”. In un battibaleno il maestro prese l’allievo per la testa e lo immerse con forza nell’acqua del fiume. Lui in un primo momento non fece nulla, poi cominciò a dimenarsi, ma non a sufficienza per liberarsi dalla presa e infine con un impeto di forza e con tutta la sua determinazione riuscì a contrastarlo e a riaffiorare con un lunghissimo respiro salvifico. Il Maestro aspettò che si riprendesse, lo guardò negli occhi e gli disse ” La volontà che ci hai messo per uscire dall’acqua è la volontà che non dovrà mai abbandonarti in tutto il tuo percorso”.
Ho ascoltato questo racconto dalle labbra della mia Maestra e spesso negli ultimi tempi mi torna alla mente.
Capita infatti che ci si avvicini allo Hatha Yoga per risolvere qualche problema fisico (magari presente da tanto tempo) aspettandosi che in qualche lezione i dolori spariscano per miracolo oppure capita che, spinti da un’iniziale entusiasmo per una disciplina “alla moda”, si partecipi alla prima lezione di prova e nonostante l’entusiasmo e i benefici immediati si liquidi il tutto con un: “non fa per me!”
Tutto ciò mi fa riflettere sul fatto che si cerchino sempre di più risposte immediate, rimedi miracolosi impartiti da altri come delle formule magiche per risolvere dolori, problemi posturali o squilibri emotivi che fanno parte di noi da mesi o nei casi peggiori da anni!
Perchè?
Perchè è più comodo delegare ad altri la soluzione dei nostri problemi senza essere prima di tutto noi i ricercatori delle motivazioni fisiche ed emotive che ci impediscono di vivere nel ben- essere. In più la delega ci libera dalla responsabilità che tutti noi abbiamo verso noi stessi fornendoci tutte le scuse per non intraprendere un lungo cammino (è troppo faticoso, mi annoio, non fa dimagrire, mi sento ridicolo, non ho tempo, mi sento a disagio…)
Guardare in faccia i propri limiti, scoprirsi inadeguati, non conoscere il proprio corpo e il proprio respiro non è facile da sostenere per chi come noi è abituato ad avere sempre in pugno la situazione. Ed in più occorre tempo e pazienza, per arrivare ad una vantaggiosa conoscenza di sè stessi; ma quando mai, nella nostra epoca, abbiamo tempo, pazienza e l’umiltà di aspettare le risposte?
Ecco perchè serve ICCHA (pronuncia ‘ìccia), la volontà per iniziare e continuare il percorso dello Hatha Yoga come percorso di liberazione dal dolore con lo scopo di raggiungere uno stato di ben-essere in cui la mente non sia più un despota che detta leggi spietate al corpo, in cui il respiro possa fluire armonioso in un corpo che lo accolga senza tensioni e dolori, in una triade (corpo-mente-respiro) armoniosa che ci accompagni per tutto il nostro tempo terreno.
La nostra casa viene arredata con mobili e stoffe scelti attentamente, aggiustata subito in caso di guasti, tutelata nelle dispersioni di calore in modo che possa essere sempre un luogo sicuro e caldo in cui tornare. Allora cominciamo a trattare in questo modo anche il nostro corpo: unica casa in cui abitiamo sempre, respiro dopo respiro, e che non possiamo cambiare. Il corpo è il nostro tempio che abbiamo il dovere e il diritto di proteggere e onorare alla pari di qualsiasi altro luogo sacro.